Giacomo Puccini, Epistolario, II. 1897-1901

a cura di Gabriella Biagi Ravenni e Dieter Schickling
Firenze
Leo S. Olschki

2018

ISBN: 978-88-222-6581-4
XXX-700 pp., 16 tavv. f.t. a colori, rilegato in seta

863 lettere, 296 sono pubblicate per la prima volta, di molte altre, soltanto segnalate in cataloghi antiquari, si fornisce il testo e della maggior parte di quelle già pubblicate in precedenza si danno nuove trascrizioni basate sulle fonti e nuove datazioni.

L’insieme fotografa un quinquennio densissimo in cui Puccini (che scrive di sé «corro sempre da destra a sinistra per il mondo») consolida la sua posizione (si fa costruire due ville, a Chiatri e a Torre del Lago), coltiva gli affetti familiari (ciononostante il rapporto con Elvira conosce la prima grave crisi per la relazione con ‘Corinna’) e le amicizie già consolidate, amplia considerevolmente la rete dei rapporti.

Un periodo intensissimo soprattutto sul piano professionale. Puccini porta a compimento Tosca e ne prepara la prima assoluta il 14 gennaio 1900. Avvia con grande entusiasmo la composizione di Madama Butterfly e contemporaneamente prende in considerazione molti altri progetti, si occupa della promozione delle proprie opere assicurandosi della qualità di direttori, cantanti e messe in scena e assiste alle loro rappresentazioni in Italia e in Europa (tanto che il volume potrebbe essere letto come un libro di viaggi), prende atto delle recensioni e cerca di intrattenere rapporti personali con i critici e giornalisti.

La sovrapposizione degli argomenti e l’eterogeneità dei destinatari si riflettono in modo puntuale nel controllo e nella consapevolezza stilistica della scrittura. I toni sono di volta in volta affettuosi, amichevoli, confidenziali e goliardici, ma anche formali, professionali e deferenti, lo stile è vario e interessante, infarcito di citazioni colte, cronaca quotidiana, richieste spicciole, linguaggio sboccato e le più fantasiose bestemmie.

Continua l’inclinazione poetica già presente nel primo volume (molte le lettere in versi, a destinatari speciali) e si intensifica la vena grafica, che si traduce nella prassi di costellare parecchie missive di disegni, caricature e auto caricature, spesso sostitutive della firma.