Inno a Roma

per canto e pianoforte
testo di Fausto Salvatori

Anno di composizione
1919
Autografo

Roma, Museo di Roma

Edizioni

Milano, Sonzogno, 1923

Michael Kaye, The Unknown Puccini, New York and Oxford, Oxford University Press, 1987, pp. 136-141

Giacomo Puccini, Canti, a cura di Riccardo Pecci, Stuttgart, Carus Verlag, 2010 (n. ed. CV 5.301), pp. 64-68

Annotazioni

Dedicato «A Sua Altezza Reale la Principessa Jolanda di Savoia»; strumentato per banda da Alessandro Vessella, e per orchestra da Nuccio Fiorda (o Domenico Alaleona).

Inno a Roma
Roma divina, a te sul Campidoglio
dove eterno verdeggia il sacro alloro,
a te, nostra fortezza e nostro orgoglio,
ascende il coro.

Salve, Dea Roma! Ti sfavilla in fronte
il sol che nasce sulla nuova Storia.
Fulgida in arme, all’ultimo orizzonte,
sta la Vittoria.

Sole che sorgi libero e giocondo,
sul Colle nostro i tuoi cavalli doma:
tu non vedrai nessuna cosa al mondo
maggior di Roma.

Per tutto il cielo è un volo di bandiere
e la pace del mondo oggi è latina.
Il tricolore canta sul cantiere,
su l’officina.

Madre di messi e di lanosi armenti;
d’opere schiette e di pensose scuole,
tornano alle tue case i reggimenti
e sorge il sole.

Sole che sorgi libero e giocondo…

(Fausto Salvatori)