Salve Regina

per soprano e pianoforte o armonium
versi di Antonio Ghislanzoni

Anno di composizione
1882
Autografo

Collezione privata

Edizioni

Michael Kaye, The Unknown Puccini, New York and Oxford, Oxford University Press, 1987, pp. 30-32

Giacomo Puccini, Canti, a cura di Riccardo Pecci, Stuttgart, Carus Verlag, 2010 (n. ed. CV 5.301), pp. 30-33

Annotazioni

La fonte di proprietà privata, datata 6.11.82, offre una redazione successiva a quella della fonte (in fotocopia) in Lucca, Conservatorio di musica «Luigi Boccherini» e anticipa la datazione. Utilizzata nelle Villi.

Salve Regina
Salve, del ciel regina,
madre degli infelici,
stella del mar divin[a],
dall’immortal fulgor;
tu accogli e benedici
d’ogni sventura il pianto,
d’un sguardo tuo fai santo,
ogni terreno amor.

Te, nella veglia bruna,
noma il fanciul gemendo,
te, nella rea fortuna,
invoca il pio nocchier.
Tu sull’abisso orrendo,
il disperato arresti,
e di splendor celesti
irradii il suo pensier.

(Antonio Ghislanzoni)